ODE D'APERTURA - IL RAMPONIERE

II.I

Piove sul riflesso dell'alba del secondo giorno, il grigio del cielo si mesce alle acque vacue. Le correnti turbinano sulle creature nascoste tra le pieghe dei fondali, protette dalle cortine d'alghe, all'ombra dello scoglio di diamante, inabissatosi durante la notte al passaggio dell'imbarcazione bastarda. La baleniera.

Syrizo è sola, in superficie, la tradizione non può essere interrotta. Il mare ha bisogno dei racconti delle sirene, anche senza nessuno a cui narrarli.
La poetessa prega di non esser preda dell'imbarcazione, nemmeno le sue sorelle hanno osato affrontarne la vista.
Senza consiglio, quindi, Syrizo è costretta a utilizzare l'ultimo verso pronunciato il giorno precedente per la sua ode:


Il mare è mosso
riflessi petrolio
un uomo a prua

Naufrago di sé
assassino senz'arte
l'occhio alla scia

Pensiero vacuo
maschera senza estate
sparo d'arpione

L'acque barbera
stridio di catene
la preda è tratta

Morte puttana
kraken di ferro e formiche
la baleniera

[Grazie a Mara]


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