ODE DI CONGEDO - ORFEO

Il sole è ormai un ricordo, i Leviatani affondano tra le pieghe oscure degli abissi, i predatori notturni affilano le zanne con le lingue ruvide. La notte del mare è all'inizio ed è tempo di lasciare che le danze di morte riprendano.

Il secondo giorno del Decamerone si è lasciato dietro attimi di meraviglia, brividi di seduzione e lampi d'orrore. Syrizo si posa sullo scoglio di diamante per cantare l'ode di congedo, sancendo anche per quel giorno il termine della tregua.


Seirio la raggiunge affettuosa, per donarle una frase destinata a rendere eterna la sua poesia. 




Fiero argonauta
di draghi incantatore
lo Stige affrontò

Placati i mostri
musica e inganno l'armi
l'inferno varcò

Noli respicere
amaro ultimo sguardo
l'amata dannò

Strazio nel canto
le baccanti sedotte
lor baci negò

Onda su onda
sparse in mar capo e membra
mai requie trovò

[Grazie Francesca]



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