ODE AL MERIGGIO - DON MIGUEL


I.V

Il sole del meriggio segnava la fine della tregua. Le creature iniziarono a disperdersi per gerarchia alimentare, torme di alici e gamberi si nascosero tra i banchi d'alghe, di nuovo prede nel gioco impietoso della caccia. Un branco di squali martello intorbidiva le acque, in attesa del permesso ad assecondare la propria bestiale e assassina natura. Syrizo cantò allora l'ode a Don Miguel, il leggendario capodoglio cileno, liberando ognuno dall'impegno all'ascolto. La lotta per la sopravvivenza sarebbe stata sospesa nuovamente al tramonto, quando le sirene avrebbero ripreso le narrazioni dedicandole alla luna, sino al termine di quel primo giorno.


Terra del Fuoco, 
autunno di vascelli 
acque torbide. 

 Furia dei mari, 
dorso di testuggine 
Don Miguel, il mostro. 

 Carne di uomini 
e d'enormi calamari 
il suo banchetto. 

 Galeone nero, 
un secolo di caccia
 lancio d'arpione. 

 Occhio trafitto, 
odio trasparente 
l'orrore finì.

[Grazie a Margherita]


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